Come accennato nella storia di Montechiarugolo, a fine ottocento erano operativi nel comune almeno due motori a vapore che azionavano le trebbiatrici. Nel 900 nella frazione di Monticelli il sig. Arnaldo Villani ha realizzato circa 50 trattori assemblando telaio e motore dell’auto Fiat 501.
Particolarità dei vecchi trattori
I motori – Nella presente collezione i primi trattori erano dotati di motori a scoppio e il carburante utilizzato era il petrolio. Successivamente si utilizzarono motori diesel con gasolio come combustibile. Si realizzarono poi alcuni trattori con meccanica d’auto e motori a scoppio funzionanti a benzina. Nel periodo prebellico le sanzioni della società delle nazioni avevano reso difficile il reperimento dei combustibili liquidi, e si era in parte sopperito con il sistema autarchico della produzione di gas povero.
L’avviamento – I primi trattori non disponevano di batterie elettriche, quindi l’avviamento avveniva manualmente tramite una manovella posta anteriormente al trattore. La messa in rotazione del motore non era ovviamente un’operazione semplice per l’entità delle masse in giuoco e per la reazione alla fase di compressione dei cilindri, a questa si ovviava operando l’apertura delle valvole di scarico co la “S valvola” e la sua chiusura solo quando lo sforzo sulla manovella aveva imposto un minimo di velocità di rotazione al motore. Alcuni motori di particolare dimensione erano dotati di un piccolo motorino di facile avvio manuale, realizzato l’avviamento del motorino con apposito comando si innestava il, mozzo del motorino nell’asse del motore principale, e con questo si avviava il motore primario. Un elemento di facilitazione dell’avviamento era la cosiddetta “Testa calda” ovvero una protuberanza del motore che veniva scaldato con un particolare fornello rendendo più facile l’avviamento. Naturalmente le realizzazioni posteriori al secondo dopoguerra erano tutte dotate di avviamento elettrico.

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Volani esterni – Nei motori mono o bicilindrici e con numero di giri limitati, la fase di compressione dei cilindri rischiava di rendere zoppicante il motore, a questo si ovviava inserendo un pesante volano (spesso esterno) che con la sua inerzia rendeva più equilibrato il funzionamento.
Pulegge di trazione – I vecchi trattori non disponevano di prese di forza come quelli moderni, e quei tipi di trattore che dovevano azionare macchine quali una trebbiatrice disponevano di una puleggia laterale che con lunghe cinghie di cuoio trasmettevano la rotazione del motore alla trebbiatrice.
Le ruote – Nei vecchi trattori le ruote anteriori erano generalmente in ferro, con superfice liscia, a volte ricoperte da gomma. Le ruote posteriori alle qual era affidata la trazione dovevano fare presa sul terreno, e per questo erano dotate di robusti rilievi che garantivano l’aderenza al terreno ma su strada erano dei distruttori di selciato. Per questo motivo quando i mezzi dovevano percorre strade asfaltate o ghiaiate si dovevano inserire sulla ruota degli anelli lisci. Il problema si presentava analogamente per i cingolati, per i quali la soluzione consisteva nell’applicazione di apposite ciabatte.