Scopri gli usi
FABBRI E MECCANICI
CHIAVI A TUBO
CHIAVI INGLESI
CHIAVI A PASSO REGOLABILE CON NOTTOLINO
CHIAVI FISSE
CHIAVI FISSE PER AUTO
CHIAVI MULTIPLE
CHIAVI OFFICINA DIVERSE
CHIAVI PIATTE PER CILINDRI
IMBUTI E INGRASSATORI
LIME DA FERRO
MAZZE E MARTELLI DA OFFICINA
MOLE DA BANCO
PINZE DA OFFICINA
SEGHETTI PER METALLO
STRUMENTI VARI PER MECCANICI
TENAGLIE DA MECCANICO
TRAPANI A MANO E FISSI DA OFFICINA
TRAPANI A MANO PER FALEGNAMI
TRONCHESE PER FERRO
IL BANCO DI LAVORO – I fabbri erano certamente dotati di banchi con relative morse, per segare, piegare limare ecc.
LE MORSE -Le morse piccole o grandi avevano una struttura totalmente in ferro, una linea tondeggiante, le ganasce robuste per sopportare martellate, e lo spazio tra queste e la vite di serraggio erano decisamente inferiore a quella delle morse da falegname. Una molla costituita da una lunga lamina d’acciaio teneva aperte le ganasce, per quanto consentiva la vite di serraggio.
LA FUCINA – Era lo strumento principe della bottega da fabbro. E’ una specie di vasca in acciaio entro la quale si mette il carbone (carbon cook ), dotata di una griglia sul fondo collegata ad una ventola manuale che invia l’aria per la combustione. Quando il fuoco è ben avviato il carbone assume un colore rosso tendente al bianco, e le faville spinte dalla ventola volano verso il cielo. In queste condizioni si pone il ferro da lavorare sopra al braciere e inizia il riscaldamento con l’aumentare della temperatura il metallo assume colorazioni diverse:
Range di temperatura |
Colore del metallo (ferro) |
Durezza |
Da temperatura ambiente a 100 ° C |
nessuno |
Molto duro |
Da 100° a 300°C |
Azzurro |
Ancora molto duro |
Da 400° a 700° C |
Bruno |
duro |
Da 800° a 900° C |
Rosso |
Malleabile |
Da 1000° a 1500° C |
Bianco |
Molto malleabile |
Le lavorazioni di battitura e piegatura del ferro si operavano con il metallo al colore rosso, mentre per la saldatura di due pezzi si portava il metallo ad una temperatura prossima alla fusione, ovvero al color bianco.
LE PINZE DA FUCINA – per prelevare i ferri posti nella fucina e successivamente per tenerli durante le lavorazioni sull’incudine si utilizzavano pinze in ferro che per evitare il calore del metallo avevano manici abbastanza lunghi.
L'INCUDINE -Del peso di alcune decine di kg. doveva essere ben saldo per sopportare le martellate e soprattutto non doveva essere fragile, pertanto non poteva essere in ghisa troppo fragile ma in acciaio. Per operare ad altezza comoda alla lavorazione veniva normalmente montato su una socca di legno. Come si nota dalla foto risulta dotato di una superfice piana per l’appoggio dei corpi da martellare, ma dispone anche di due punte una conica, l’altra piramidale perché servono come punto di contrasto per piegature stondate.
LE MAZZE – Si usavano mazze di forme diverse a seconda dell’attività, ma soprattutto di vario peso a seconda della dimensione dei pezzi da lavorare. Così anche i manici potevano essere relativamente corti se si operava cu piccoli materiali, oppure decisamente lunghi se si doveva battere con estrema forza, e in questi casi si lavorava in due, uno teneva il pezzo l’altro operava con la mazza a due mani (vedi foto sopra dei fabbri Enzo e Luigi Dall’Orto (Basilicanova).
LA LAVORAZIONI CHE SI REALIZZAVANO CON FUCINA ED INCUDINE:
Modellature - Per le normali lavorazioni di piegatura o modellatura si preleva il ferro scaldato al color rosso dalla fucina, con una pinza e lo si appoggia sull’incudine per poi batterlo con le mazze. Naturalmente dopo qualche minuto il ferro si raffredda e torna quindi ad indurirsi, per cui lo si deve riposizionare nella fucina sino a fargli riprendere il colore desiderato ovvero la malleabilità richiesta.
Saldature – Nell’Ottocento non esistevano le saldatrici, ma si realizzavano ugualmente delle saldature, con l’uso della fucina, si portavano i due elementi da saldare ad un colore prossimo al color bianco, quindi si sovrapponevano e si operava una martellatura (su incudine), in questo modo le due parti producevano una specie di compenetrazione che di fatto una volta raffreddate le manteneva unite come se si fossero fuse assieme.
Naturalmente anche nelle botteghe dell’Ottocento non mancavano i vari attrezzi manuali quali: Lime, seghetti, forbici da lamiere, strumenti per tracciare, scalpelli, Saldatori a stagno e cunei.
Gradualmente poi nel Novecento sono arrivati attrezzi elettrici quali :
Trapani a colonna, Trance, Seghe alternative, saldatrici ossiacetileniche ed elettriche ecc.
L’attività oggi più simile a quella del fabbro è quella della carpenteria metallica, ma chi operava come fabbro negli anni cinquanta si è spesso evoluto in meccanico, di cicli, motocicli o auto, o in costruttori di macchinari. Nonostante nell’800 e inizio ‘900 il numero dei fabbri fosse decisamente inferiore a quello dei falegnami, dal dopo guerra ad oggi gli eredi dei fabbri ovvero le varie officine di meccanica sono tantissime mentre i falegnami sono quasi scomparsi. I Prodotti realizzati: Accessori per carri in legno, mappe e cardini per serramenti, ferri per cavalli scalpelli, inferriate, chiodi ecc..
LE CHIAVI DA MECCANICO I mezzi o attrezzi con dadi e bulloni nel nostro territorio arrivano verso l’inizio novecento, con aratri in ferro, e macchine a vapore, da qui rapidamente tutto il mondo della meccanica ha uno sviluppo vertiginoso.
LA CHIAVE INGLESE - Forse uno degli attrezzi più belli del periodo di transizione da fabbro a meccanico è la chiave inglese, certamente non estremamente precisa ma molto versatile e relativamente efficace con i dadi quadrati di medie dimensioni.
CHIAVI REGOLABILI - Sono ancora strumento di transizione, hanno caratteristiche simili alla chiave inglese, ma sono decisamente più piccole. Anche queste tipologie di chiavi non è proprio da officina meccanica, ma piuttosto per usi da riparatore fai da tè.
CHIAVI CON MARCHIO DEL COSTRUTTORE DI MEZZI – Aziende come la Fiat, e tante altre quando vendevano un auto o un trattore forniva set di manutenzioni che spesso prevedevano la fornitura delle chiavi di maggior utilizzo nel mezzo. Nella collezione compaiono chiavi da trattore Fiat e Landini, da biciclette Bianchi, da macchina per maglieria Dubied e in ognuna in rilievo compare il marchio del costruttore.
CHIAVI PIATTE – Sono la più comune forma di chiavi, hanno due teste con foro semi esagonale di due misure di due misure consecutive, ad esempio 12 e 13 mm, o14 e 15 ecc. Le Chiavi della collezione sono indicativamente degli anni cinquanta, ma non sono molto dissimili da quelle attuali.
CHIAVI MULTIPLE – Sono chiavi di vari passi, ad esempio potevano servire per manutenzione di una motocicletta o di un attrezzo agricolo, ad esempio la chiave per dadi quadrati con passi da 12 a 21 mm è stata realizzata nel primo novecento ve gli attrezzi agricoli avevano dadi quadrati. Le chiavi piatte per dadi esagonali sono probabilmente degli anni cinquanta. Analogamente la chiave con teste multiple da 8 passi risale agli anni cinquanta.
CHIAVI PARTICOLARI – Le chiavi con un arco e un nottolino servivano per agganciare o sganciare un corpo cilindrico dotato di un foro adatto a nottolino.
CHIAVI A TUBO - Il corpo è cilindrico dritto e sulle teste sono presenti imposte esagonali, per fare forza si doveva introdurre un ferro (es. un giravite) in uno dei fori passanti posti nel corpo tubolare.
CHIVI A TUBO – Il corpo della chiave è un cilindro che forma una piega a 90°, con un lato lungo e uno corto per poter operare in vani molto ridotti. Nelle due teste del tubo sono presenti imposte esagonali ma della stessa misura sui due lati.
FORBICI PER LAMIERE – Sono forbici piuttosto tozze, si possono utilizzare per taglio di lamiere sottili, max un mm.
IMBUTI PER OLIO O COMBUSTIBILI – Servivano per travaso di oli, e combustibili nei trattori.
LIME – Hanno struttura in acciaio temperato e manico in legno. Le lime sono certamente l’attrezzo più diffuso e ne esistono varie tipologie, e all’interno di ogni tipologia si distinguono ancora per dimensioni:
- Lime da sgrosso – Sono le lime di maggior dimensione , hanno il corpo piatto, e i denti sono i più grossi delle varie lime.
- Lime piatte - Hanno i due lati paralleli, dei lati stretti uno è liscio e l’altro dentellato. I denti sono modesti sono quindi da finitura.
- Lime a triangolo – Sono anche queste lime da finitura, la loro struttura ha sezione triangolare.
- Lime con un lato stondato – Sono simili alle lime piatte, ma uno dei due lati è stondato come le lime dei falegnami, la dentatura è da finitura
- Lime tonde – Esistono di varie misure, ma in genere sono di dimensione modeste.
MARTELLI – Hanno corpo in acciaio, e manico in legno. La forma prevalente è quella con sezione quadrata su un lato, e penna piatta sull’altro. La dimensione varia da piccoli a medi ai grossi martelli. Una tipologia particolare è il martello da saldatore, sono di dimensione media, e le teste sono a punta per incidere sulla scoria della saldatura.
MOLE DA BANCO – In collezione abbiamo due mole di piccola dimensione, entrambe con moltiplicatore di giri, una con fissaggio a vite sul banco, l’altra con fissaggio a morsetto.
OLIATORI – In collezione sono presenti piccole pipette in ottone o in ferro, e una con sistema di messa in pressione dl serbatoio.
BOCCALI PER LIQUIDI – Sono pseudo caraffe in metallo, con manico e beccuccio. Il contenuto e standard, una da 0,5 litri, l’altra da 1 litro e la terza da 2 litri.
PINZE – Naturalmente in acciaio, esistono varie tipologie, dalla tradizionale, alle pinze a punta piatta e altre a punta tonda. Infine il tipo tronchesino con punte a lama per taglio di chiodi fili o altri piccoli metalli.
SEGHETTI DA FERRO – I seghetti con corpo in metallo, e manico in legno sono di varie dimensioni, con lama smontabile. Un modello con lama molto corta viene definita da orefice.
STRUMENTI – Generalmente in metallo sono di varie tipologie:
- Compassi – sono strutture semplici, con entrambi i bracci in metallo e appuntiti.
- Tracciatori – Sono strumenti che venivano utilizzati su di un piano metallico definito “piano di riferimento”, e servivano per tracciare linee su materiali da lavorare.
- Squadre – nella collezione sono presenti solo squadre a 90°, delle quali una con manico in legno.
- Punzoni numerati – Serie di 9 pezzi, da =0 a 9, per il sei e il nove il punzone è lo stesso solo che si usa in due versi opposti.
- Bolla con rilevatore d’angolo
TRAPANI – Sono in collezione due trapani manuali con ingranaggi di moltiplicazione giri sul mandrino. Un trapano a colonna completamente manuale, di dimensione media, e dotato di un volano per conferire inerzia al movimento. Infine un trapano a colonna di dimensioni consistenti, azionato da motore elettrico trifase.
TRANCIA -La trancia metallica può tagliare tondini di ferro di dimensioni modeste.