Scopri gli usi
ATTREZZI PER LA LAVORAZIONE DELLA TERRA
Badile - era sempre presente nelle case agricole, ma non aveva una funzione diretta con l’attività di produzione agricola, serviva per muovere ghiaia nei cortili, per rifare il fondo ai fossi o per scavare buche.
Vanga - il suo utilizzo, analogamente al badile, aveva vari usi sporadici ma era invece essenziale nell’attività dell’orto famigliare. L’attrezzo era d’uso generalmente maschile per lo sforzo che richiedeva nel conficcare la vanga nel terreno premendo col piede sulla staffa, ma soprattutto per l’esigenza si sollevare la zolla scavata e ribaltarla sul terreno. Esistono vanghe a lama piatta, forse per terreni sabbiosi, ma nelle nostre campagne la forma era triangolare con dimensioni più o meno accentuate anche in relazione al consumo per l’uso prolungato. Una tipologia molto particolare presente nella collezione è la vanga a due denti, probabilmente utilizzate per smovere terreni fortemente sassosi.
Zappa - tra gli attrezzi manuali per lavorare la terra, il più utilizzato era certamente la zappa nelle varie tipologie, dalla zappa tradizionale ad altre dotate di lunghi denti per terreni sassosi. Tutti i lavori agricoli con attrezzi manuali erano decisamente faticosi, ma la zappatura per la preparazione della semina, ad esempio per i pomodori, era particolarmente pesante, ciononostante era un’attività prevalentemente femminile. L’utilizzo di un attrezzo per lungo tempo ne comporta ovviamente l’usura e inevitabilmente il fine vita, ma l’immagine sotto esposta ove sono affiancate tre zappe strutturalmente uguali, ma con diversi stati di usura ci porta a pensare che la zappa più usurata è stata utilizzata da più generazioni di zappatrici, e forse ha lavorato per più di un secolo. La forma più comune della zappa, aveva un corpo piatto con una nervatura centrale, la lama originariamente piatta e lievemente affilata, la parte superiore era stondata, e portava una staffa con base piatta e con la parte superiore tonda.
Il manico della lunghezza orientativa di 1,50 mt, nella testata che si infilava nell’apposita staffa aveva sezione quadra, di dimensione lievemente superiore alla staffa. Il fissaggio del manico nella staffa avveniva anzitutto forzando l’entrata del manico nella staffa, ma l’elemento di bloccaggio era costituito da una tacca lunga una decina di cm, con un lato piatto, l’altro tondo e una testa più piccola nel lato d’ingresso, e più spessa nell’altro lato. Naturalmente la tacca veniva infilata tra staffa e manico quindi spinta con martellate sino a realizzare un bloccaggio stabile. Un accorgimento quasi indispensabile era quello di tenere per un poco la zappa in un secchio con acqua prima dell’utilizzo, infatti con il sole non era difficile che a secco la zappa si smanicasse. L’utilizzo della zappa avveniva con una postura sbilanciata all’avanti, ovvero con la schiena piegata, non si è mai parlato di malattia professionale, ma sino alla generazione del primo novecento non era insolito vedere vecchiette camminare con la schiena quasi orizzontale.
Molte zappe della collezione sono prive di manici, e viene il dubbio “com’erano i manici di una volta ?” Oggi i manici di produzione industriale sono dritti come fusi, forse erano simili anche nell’ottocento, ma certamente quando si sostituiva un manico rotto o marcito, non si ricorreva al negozio per il sostituto, ma si provvedeva con un ramo robusto del proprio campo. Di questo attrezzo esistono nella raccolta diversi esemplari quali :
Zappa classica – Struttura in ferro con lama piatta di larghezza circa 18 cm, e altezza di 22 cm, la parte alta era stondata, ma fuori dal nostro territorio esistevano zappe con struttura rettangolare, ovvero prive di stondature nella parte alta.
Zappa piccola – Per usi orticoli si utilizzavano zappe di dimensioni ridotte ad esempio larghezza 8-10 cm e altezza 12-14 cm.
Zappe particolari – Per lavorazione in terreni ghiaiosi o con presenza di sterpaglie si utilizzavano zappe con dentature, in particolare vediamo una piccola zappa che sul lato opposto alla lama presenta due denti poco pronunciati. Vediamo poi una zappa con due e l’altra con tre denti.
Altri attrezzi quali il badile era per utilizzo decisamente sporadico, quali la pulizia di fossi, o la creazione di buche per la posa di piante e altri usi occasionali.
puntone da orto - era un attrezzo rigorosamente artigianale si realizzava molto semplicemente tagliando un ramo che aveva una diramazione quasi orizzontale e diametro di circa 3 cm, poi si realizzava la punta con la mannaia. Si utilizzava particolarmente per realizzare piccole buche nel terreno, ove trapiantare piccole piantine di pomodori o altre verdure
falcetti da orto - servivano per la raccolta di verdure come insalata e simili.