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ALTRE MACCHINE A TRAINO ANIMALE
Seminatrice – Nella seminatrice era presente il timone, mancava invece il sedile perché l’operatore seguiva da terra e guidava la macchina con un'apposita coppia di maniglie.
Gli erpici – Generalmente venivano collegati ad una traversa dotata di attacchi per formare una terna che operava su un fronte di due o tre metri. Una tipologia con denti di circa 5-6 cm si utilizzava dopo le semine manuali per coprire i semi sparsi, un altro con denti di 8 – 10 cm si usava sui prati in primavera per rompere le catene delle erbacce.
I rulli – I più antichi erano in legno. Si passò poi ai rulli in cemento e infine a quelli in ferro riempiti d’acqua. Venivano trainati in modo simile all’erpice.
Carri in legno – Erano tipici dell’Ottocento e del primo Novecento, ma spesso furono utilizzati anche nel dopoguerra. Per adattarli ai trattori si accorciarono i timoni; successivamente si sostituirono le ruote in legno con vecchie ruote da autocarro, poi furono completamente abbandonati. Fondamentalmente la struttura del carro era in legno, con alcuni elementi in ferro, come gli assali e i cerchioni delle ruote.
Ecco le varie parti del carro:
I frontoni e il pianale – Partendo dall’alto c'era il pianale, largo e lungo, realizzato con spesse assi posate su traverse, a loro volta sostenute da 4 longheroni, due esterni e due intermedi. I longheroni facevano capo alle testate del carro, i cosiddetti frontoni, costruiti con assi di qualche centimetro in più rispetto alla larghezza del carro e spesse circa 5 cm. Nelle nostre zone i frontoni erano piuttosto essenziali, presentavano solo qualche stondatura sui bordi, mentre nel reggiano era frequente la presenza di vari intarsi.
Lo sterzo – L’assale delle ruote anteriori era collegato all’attacco del timone, e sempre al centro ad un anello in ferro che a sua volta posava su un altro fissato alla struttura del carro; un perno univa i due elementi e consentiva così la rotazione dell’assale anteriore.
Gli assali – Erano in ferro, quello posteriore fissato rigidamente al telaio del carro, quello anteriore, come già accennato, allo sterzo.
Le ruote – Avevano una struttura abbastanza complessa. Il mozzo era ottenuto per tornitura da un tronco di noce, nella parte a diametro elevato aveva degli incastri per ospitare i raggi sempre in legno, i quali a loro volta entravano nel cerchio in legno, costituito da 4 pezzi, che a sua volta veniva unito e fissato dal cerchione in ferro dello spessori di oltre 1 cm. La cosa interessante è che il cerchio di legno aveva un diametro superiore a quello del cerchione di ferro, per cui per farlo entrare nel cerchio in ferro occorre scaldare il ferro sul fuoco, col calore il ferro si dilata, quindi rapidamente con pinze e martelli lo si infila sul cerchione in legno e altrettanto rapidamente si butta acqua su tutto per evitare che il ferro caldo bruci il legno. Questa operazione garantisce il bloccaggio del legno all’interno del cerchione.
Gli automezzi d’oggi hanno molti accessori, il carro dei tempi passati ne aveva pochi, ma essenziali come :
Stanghe : Servivano ad ampliare la superfice di appoggio del carico, costituito da fieno o da covoni.
Cavicchi : Spinotti in legno che collegavano le stanghe trasversali con quelle longitudinali.
Altri accessori erano invece destinati alla manutenzione come :
Paiselle: Spatole ricurve in ferro, dotate di un corto manico in legno. Servivano per raschiare via la terra dopo l’uso su terreni fangosi.
Vaschette di grasso: Servivano per ingrassare i mozzi delle ruote e lo sterzo.
Cric : Era in legno ed era utile per sollevare il mozzo ed estrarre la ruota.