L’attività di allevamento maiali era ben sviluppata sin dai tempi antecedenti alla colonizzazione romana ( 190 A. C.) , si parlava infatti di un area coperta da boschi di querce sotto le quali pascolavano maiali che poi venivano macellati e le loro carni conservate con trattamenti di sale.
Dai circa 2.000 capi dell’ottocento e primo novecento, si è passati verso fine secolo agli 8-10.000 capi, ma quasi totalmente in allevamenti industriali, l’allevamento casereccio per uso diretto del contadino probabilmente oggi si è ridotto a poche decine di capi.
FASI DELLA LAVORAZIONE:
L’allevamento – Spesso chi allevava maiali per uso proprio disponeva di una scrofa, raramente negli allevamenti famigliari si disponeva di un verro, per cui per la fecondazione si doveva ricorre ad un servizio esterno presso un allevamento più grande. Una cucciolata generalmente variava tra i 4-6 elementi ???, di questi una parte era allevata e i restanti cuccioli venivano ceduti da lattonzoli ( svezzati).
Stagione di lavorazione -Il periodo di uccisione e lavorazione delle carni doveva essere freddo per ché operando in ambienti aperti o comunque non asettici come un macello, si dovevano evitare la presenza di mosche e altri insetti che avrebbero infettato le carni, e quindi si operava tra fine novembre sino a fine febbraio.
Uccisione – L’attività iniziava al mattino presto, con il prelevo del maiale dallo stabi, dato che il questo aveva sempre vissuto chiuso nel suo … non era certo facile convincerlo a seguire il norcino, e la mole e il carattere dell’animale non lasciava molte alternative, pertanto la tecnica utilizzata era semplice e cruenta, un gancio con manico veniva fissato nel sottogola del maiale, e con questo guidato ( tirato) verso il punto dove si doveva uccidere .