Le presenze preistoriche sul territorio del ns. Comune, sono abbastanza scarse, si limitano a qualche rinvenimento di pietre lavorate ( neolitico) rinvenute nel greto dell’Enza. Nel 1865 il Pigorini effettua alcuni rinvenimenti risalenti all’età del bronzo, in particolare le terramare di Montepelato (Monticelli T.) e di Montechiarugolo, delle quali non si hanno però riferimenti dei manufatti rinvenuti. In località Pogrile ( forse Pecorile ) si rinviene una tomba del periodo del bronzo con ossa umane, e ossa di cervo.
Diversamente la Terramara di Basilicanova, venne scavata e fornì molti reperti, in particolare cocci di vasellame, i resti di una fornace per ceramica ( di tipo orizzontale ) , ma anche stampi in pietra per spilloni in bronzo, una lama di pugnale, il tutto per oltre 400 reperti, parzialmente esposti nel museo archeologico di Parma nella sala Pigorini. La localizzazione della terramara di Basilicanova databile tra il 1550 -1200 a.C. è compresa in un’ampia area di 8-10 ettari, ove oggi sorge la villa Lunardi, e nel 1400 sorgeva il castello di Basilicanova.

11 Malandriano 12 Montirone di Marano 13 Montepelato (Monticelli) 15 Basilicanova 16 Montechiarugolo
Le popolazioni autoctone della zona, che probabilmente hanno abitato le terramare, sono state sconfitte e decimate o allontanate all’incirca nel 600 a.C. dall’invasione degl’etruschi ( dei quali non si hanno però tracce sul nostro territorio), a loro volta sconfitti e in parte integrati dai Celti e dai Liguri, nel 400 A. C, successivamente sconfitti e parzialmente allontanati dai Romani nel 187 A. C.

Il territorio era prevalentemente boschivo, e quindi le attività erano per lo più dedite all’allevamento, in particolare pecore e maiali certamente allevati allo stato brado, e alimentati dalle abbondanti ghiande fornite dalle numerosissime querce.
Dai Celti/Liguri ai Romani - Nel periodo preromano, dopo il 600 a. C. , il territorio era prevalentemente boschivo e popolato da Celti e Liguri. Le attività erano per lo più dedite all’allevamento, in particolare di pecore e maiali certamente allevati allo stato brado e alimentati dalle abbondanti ghiande fornite dalle numerosissime querce. Successivamente queste popolazioni vengono sconfitte e allontanate dai Romani, che con la realizzazione della via Emilia ( circa 187 a. C.), effettuano la colonizzazione della ns. provincia ad opera di circa 1.000 famiglie, alle quali venivano assegnati 8 iugeri, circa due ettari di terreno cadauna. Da varie fonti si cita che la provincia di Parma era sede d’eccellenza per la produzione di lana di pecore e per la lavorazione e conservazione delle carni di maiale, e questo già prima della colonizzazione romana. I metodi di conservazione della carne di maiale erano simili agli attuali, e questo sembra per la disponibilità di sale derivante da fonti salate esistenti nel territorio. Questa eccellenza perdura da 2000 anni.