Nel tardo Ottocento e primo Novecento assumono molta importanza le attività della “Cattedra ambulante dell’agricoltura di Bizzozero” e le sperimentazioni agrarie del podere Stuard. Ne traggono beneficio le tecniche di coltivazione agricola, entrano in produzione nuove colture come il pomodoro e la barbabietola da zucchero. Nel nostro comune si sviluppa la produzione di conserve di pomodoro, dapprima come ampliamento dell’attività del podere agricolo, poi come vera e propria industria alimentare.
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Le lezioni del Bizzozero |
il manifesto di una fiera |
Cresce con estrema rapidità il numero di vacche che aumentano la produzione casearia, mentre calano i buoi che gradatamente saranno sostituiti dai trattori nel traino delle macchine agricole. Cambiano i proprietari dei terreni: molti latifondi appartenenti a famiglie nobiliari e lo stesso patrimonio demaniale vengono venduti generalmente agli affittuari e la dimensione dei poderi si riduce. La coltura della barbabietola da zucchero, fortemente sostenuta dal Bizzozero, ha un boom a Montechiarugolo, con 87 ettari nel 1901, ma nel 1903 già si riduce a 50 e nel 1915 a soli 3 ettari, peraltro per alimentazione animale. Decisamente diversa la coltivazione del pomodoro, fortemente sostenuta dall’agronomo Rognoni, già negli ultimi decenni dell’Ottocento, che ne vedeva un’occasione di reddito, in un mercato fortemente depresso dalla concorrenza delle granaglie americane, e un' ottima coltura di rotazione per il grano, perché non indeboliva, bensì arricchiva la fertilità del terreno. L’estensione della coltivazione del pomodoro conduce alla creazione delle fabbriche conserviere e al loro sviluppo tecnologico. Nel 1916 il terreno coltivato a pomodori raggiunge i 290 ettari, cresce a 333 nel '17 e ancora a 480 nel '23, per poi calare dopo la crisi del ‘29. Nel primo ventennio, il terreno destinato alla coltura della vite era lievemente aumentato, passando da 15 a 20 ettari, restando comunque marginale con uno 0,5%. In questo clima di trasformazione non muta però la povertà della parte più debole del mondo contadino, ovvero il bracciantato.