LE GHIACCIAIE - Nei secoli scorsi ovviamente non esistevano i frigoriferi, ma non mancava l’esigenza di conservare i cibi. Si sono così inventate le ghiacciaie, particolarmente necessarie per i caseifici che dovevano conservare il burro in luoghi freschi. L’elemento rinfrescante era la neve che durante l’inverno veniva introdotta dal foro alto, quindi pestata per trasformarla in ghiaccio. Non è chiaro quale fosse la durata di conservazione del ghiaccio, ma certamente era misurabile in mesi. Come mostrano le foto, l’esterno appare come una collinetta di circa due tre metri d’altezza. La struttura era realizzata in mattoni murati a calce e si componeva di un corpo interrato a sezione circolare o quadrata, profondo 3 o 4 metri, dotato di una scala per scendere. La parte superiore era realizzata a cupola e sosteneva il terreno (collinetta ) che realizzava l’isolamento termico. Per limitare il riscaldamento solare, l’ingresso era posizionato a Nord e il fronte Sud era generalmente alberato. Delle ghiacciaie di un tempo ne restano tre: una in località Morzola, dove era attivo sino alla prima metà del Novecento un piccolo caseificio, la seconda in via Monte, quasi in fronte alla ex chiesa parrocchiale e la terza nel podere La Cina tra via XXV aprile e la Piazza.

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Vista da Sud della ghiacciaia di via Ponticelle |
ghiacciaia con paranco tra via XXV aprile e la Piazza |

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Sezione di una ghiacciaia |
ghiacciaia con paranco tra via XXV aprile e la Piazza |

Particolare elegante: il portale d’ingresso al podere S. Felicola sulla provinciale per Montecchio