Elenco delle storie
1943 LA RESISTENZA
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Periodo StoricoLa Seconda Guerra Mondiale e le memorie
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Argomento storicoLa Seconda Guerra Mondiale
LA RESISTENZA - Il fenomeno della costituzione di gruppi partigiani iniziò dopo l’8 settembre del 1943, ma di fatto le unità combattenti furono attive dal 1944. Il nostro comune non fu teatro di particolari avvenimenti di lotta armata, anche se molti giovani aderirono alla lotta partigiana e non mancò il tributo di morti. Nel libro “Afro Fornia” è narrata la drammatica fine di tre nostri concittadini. Nella notte del 12 aprile 1944 il distaccamento Griffith che si trovava in prossimità della cima del Montagnana, grazie alla complicità di due spie infiltrate dai fascisti, venne circondato e, dopo qualche tentativo di resistenza con alcuni feriti, quasi tutti i circa sessanta componenti furono fatti prigionieri dai tedeschi e consegnati alle milizie fasciste. Dopo aver subito terribili sevizie, si arrivò al processo. I prigionieri vennero divisi in due gruppi. Il primo comprendeva ex militari, renitenti alla leva e disertori, quindi, in quanto traditori, furono condannati alla pena capitale. L’altro gruppo, al quale apparteneva il Fornia, avrebbe dovuto essere soggetto a pene minori. Infatti quasi tutti furono condannati a pene detentive varianti tra i 20 e i 30 anni, ma per tre di loro, Donati Anteo, Carrozza Salvatore e Fornia Afro, la sentenza fu di condanna a morte. Dal libro riportiamo: “ si disse che influenti fascisti del suo paese, cioè di Monticelli Terme, volevano dare un esempio ai propri concittadini”. La fucilazione avvenne il giorno dopo la condanna, di fronte al cimitero di Monticelli Terme.
Lapide in memoria dei partigiani caduti a Montagnana e lapide al cimitero di Monticelli.
Un altro concittadino, Attilio Mazzali, narra nel suo libro di memorie “ Da vaccaro a sindacalista “ il suo imboscamento e la sua successiva fuga con il fratello per aderire alla brigata “ Leporati “di stanza nella Val D’Enza.
Dal libro
Di seguito si riporta il documento col quale il sindaco informa il prefetto dell’accaduto.
Segue dalle memorie di Attilio Mazzali
Denuncia di prelevamento di beni da parte di partigiani presso la ditta Mutti
La presenza nei reparti partigiani di spie e delinquenti comuni, più propensi a cogliere occasioni di guadagno che a lottare contro il nazifascismo, era abbastanza frequente, poiché il reclutamento dei nuovi adepti non poteva contare sugli archivi e, generalmente, per limitare i rischi di ritorsioni sulle famiglie, i partigiani non declinavano le loro generalità, ma solo un nome di battaglia. Naturalmente si cercavano comunque informazioni e si prestava attenzione ai comportamenti, per cui spesso si riusciva ad espellere gli elementi sospetti.
Nel 1945 due partigiani decisero di far saltare la Casa del Fascio di Basilicanova certamente per ciò che rappresentava e probabilmente anche per chi la occupava. Uno dei due si preoccupò di osservare il comportamento della sentinella che stava di guardia sul balcone, l’altro si appostò sotto, in prossimità dell’ingresso, e fece esplodere del tritolo, causando danni non rilevanti alla struttura, ma uccise la sentinella che stazionava sul balcone. Vi furono anche dei feriti tra le camicie nere che si trovavano all’interno. Successivamente la notte tra il 7 e l'8 marzo un partigiano sparò due colpi di bazuca contro la Casa del Fascio: il primo colpo passò da parte a parte ed esplose all’esterno, il secondo esplose all’interno demolendo qualche parete e creando una devastazione tale che una perizia per danni di guerra, redatta nel 1946, quantificò in 2.500.000 £.
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Data creazioneDomenica, 24 Maggio 2020
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Ultima modificaGiovedì, 02 Maggio 2024