Elenco delle storie
1796 LA BATTAGLIA DI MONTECHIARUGOLO E IL PRIMO TRICOLORE
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Periodo StoricoDa Napoleone al Regno d'Italia
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Argomento storicoNapoleone e il periodo repubblicano dal 1796 al 1805
LA BATTAGLIA DI MONTECHIARUGOLO - In questo quadro di euforia prerivoluzionaria, la sera del 30 Settembre 1796 a Reggio si diffonde il terrore, da Correggio giungono notizie che un esercito di austriaci, composto da 5.000 uomini sta marciando sulla città. Il Senato convocato d’urgenza discute vivacemente su due linee, una di sottomissione agl’austriaci l’altra di decisa resistenza. Vince la seconda, e vengono disposti drappelli di guardie forensi in prossimità delle porte e la guardia civica rinforzata da volontari sulle mura della città. Fortunatamente la notte passa senza incidenti, e la mattina successiva si viene a sapere che gl’austriaci erano probabilmente centocinquanta, e si dirigevano verso i territori parmensi.
La municipalità indirizza un ringraziamento ai cittadini e alle guardie per il loro impegno. Nel frattempo si comincia a dibattere sul cosa fare nei confronti di quel drappello di austriaci, che potrebbero rappresentare un pericolo per le ville dei dintorni. Nel frattempo gl’austriaci ben attenti a non incontrare truppe reggiane si portano verso Montechiarugolo, e la mattina del I° Ottobre chiedono il permesso d’entrare nel paese fortezza , tutto cinto da mura con l’accesso a Nord, protetto da un rivellino.
Montechiarugolo fa parte del Ducato di Parma, e per effetto dell’armistizio con Napoleone è territorio neutrale. Il Podestà di Montechiarugolo Giuseppe Vincenzi si preoccupa di inviare un messo a Parma per informare delle cose il Ministro Ventura. Analizzata poi la situazione con il castellano e gli altri notabili, decide di acconsentire l’ingresso delle truppe austriache, e di fornirgli vitto e alloggio, anche al castello, dopo aver ben nascosto le chiavi dei depositi delle polveri ardenti. Il giorno successivo ricevute disposizioni dal ministro, invita gl’austriaci a saldare il conto dei pasti e lasciare il paese, i militari accettano e si dirigono verso Sud. Le spie inviate dal podestà informano che dette truppe dopo aver attraversato Tortiano e S. Polo si sono dirette al castello di Rossena. Nel frattempo a Reggio Emilia il 2 Ottobre, un piccolo presidio di francesi, 40 soldati chiedono alla municipalità un aiuto in uomini e armi per inseguire e catturare gl’austriaci. L’accordo è presto raggiunto e verbalizzato, ma non sul libro verbali, poiché la municipalità non voleva compromettersi con azioni condotte su territori neutrali, ma in ogni caso assegna ben volentieri le armi ai francesi e al contingente della guardia Civica ( circa sessanta elementi ). Il tre Ottobre inizia la caccia, e il gruppo reggiano che nella marcia raccoglie qualche altro volontario da Cavriago e dintorni, non è ancora informato del movimento degli austriaci, e quando riceve l’informazione che questi sono a Rossena è già notte. La mattina del 4, i reggiani giungono a S. Polo, ma vengono informati, che gl’austriaci preoccupati delle difficoltà che presentava il tentativo di raggiungere la Toscana, erano tornati sui loro passi e stavano nuovamente dirigendosi a Montechiarugolo. Gl’inseguitori raggiungono la retroguardia dei fuggiaschi nelle vicinanze di Tortiano e dopo una sparatoria e il ferimento di alcuni austriaci, questi si arrendono. Nelle stesse ore il grosso degl’austriaci trovando aperte le porte entrano nel paese e si apprestano a schierare le difese sulle mura del borgo. Dopo poco arrivano le truppe francesi e reggiane e iniziò una fitta sparatoria, al seguito della quale vennero feriti un francese, un reggiano ( che poi morirà per le ferite riportate) e la guardia civica Andrea Ravasi, colpito a morte. Alle ore 12 gli assedianti ( poco esperti delle battaglie), finirono le munizioni, e inviarono un messo a Reggio per ottenere rifornimenti e se possibile altre truppe, il rifornimento arrivò, i rinforzi no. Già dal 2 ottobre Napoleone aveva ordinato al generale Sandos di raggiungere Montechiarugolo e catturare gl’austriaci. In questa situazione di rischio che la battaglia riprendesse con morti da entrambe le parti, e con la minaccia degl’assediati di far esplodere il deposito delle polveri, il Podestà chiese agl’assedianti un incontro per avviare una trattativa tra le parti. Dopo alcuni scambi di richieste gl’austriaci accettarono di consegnarsi prigionieri, ma salvando l’onore degl’ufficiali che uscirono con i loro cavalli e le loro armi personali. Il giorno seguente a cose fatte arrivò il generale inviato da Napoleone, questi si preoccupò di punire i Montecchiesi per il loro rifiuto di aiutare la guardia civica, reggiana, infliggendo un prelievo di mille zecchini. La battaglia di Montechiarugolo si concludeva il giorno 5 con un pranzo, presenti alcuni ufficiali francesi i tre ufficiali austriaci e il Podestà, insomma una fine a tarallucci e vino.
Rievocazione storica (del 2004) della battaglia di Montechiarugolo
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Data creazioneDomenica, 22 Marzo 2020
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Ultima modificaMercoledì, 03 Marzo 2021