Elenco delle storie
IL TERRITORIO NEL CONTESTO POLITICO DI PARMA
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Periodo StoricoDalla preistoria all’Ottocento
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Argomento storicoLe invasioni barbariche, Carlo Magno e i Comuni dal 400 al 1.200 D.C.
Per comprendere le vicende del nostro territorio, è indispensabile tracciare una breve sintesi dell’evoluzione politica dell’area parmense. Dopo la serie di invasioni e conquiste delle varie tribù barbariche, con l’arrivo dei Franchi nel 774 viene impostato il sistema feudale . Nel 877 viene concesso dall’imperatore al Vescovo di Parma l’autorità civile sulla città. Successivamente con atti del 939 e 962 si estende tale autorità anche ai territori del contado, compreso quindi l’area dell’attuale comune di Montechiarugolo. Nel 1035 nasce la carica di Vescovo Conte, con autorità su tutta la Diocesi. Le prime abitazioni del colle di Montechiarugolo, sono certamente posteriori al 950, in quanto precedentemente l’area era del tutto boschiva.
Si stima che la nascita del Comune di Parma, possa risalire al 1106, e già nel 1200, le nuove classi emergenti di artigiani e commercianti, avviavano un processo per creare un governo autonomo della città e del contado, rispetto al potere ecclesiastico impersonato dal Vescovo. Di questo periodo è la consacrazione del Duomo, mentre il battistero sarà realizzato nella seconda metà del 1200.
Nel 1150 Il comune di Parma trasferisce il potere su Montechiarugolo, dal Vescovo-Conte a Guido Anselmo Sanvitale, che viene nominato feudatario di Montechiarugolo, cioè sui territori di Montechiarugolo, Tortiano, Basilicagoiano, S. Geminiano, nel 1173 viene terminata ad opera dei Sanvitale la chiesa di S. Quintino (Montechiarugolo) donata alla abbazia di s. Felicola.
Il Comune con il documento definito “il breve” del 1191, si afferma che il Vescovo non poteva esercitare la giustizia sulle terre comunali, ma gli uomini e i residenti “con la sola esclusione di Montechiarugolo (chissà perché)“ per ottenere giustizia, dovevano recarsi in città presso gl’uffici comunali. Ne nacque una vertenza tra Vescovo e Comune, ove il Vescovo scomunicò il Podestà, poi scrisse all’Imperatore perché questi impedisse l’insediamento di un magistrato in città, e infine si appellò al Papa. Nei vari documenti inviati al Papa il Vescovo elencava i propri diritti da tempo esercitati su strade, fiumi, trasporti, beni di persone decedute senza testamento, ecc. Formalmente venne data ragione al Vescovo ma gradualmente il Comune avviò l’acquisizione dei poteri sulla gestione della città.
In questa chiave di crescente autonomia del Comune nei confronti della Chiesa, le famiglie nobili dell’area parmense cercano di inserirsi nel governo del Comune per accrescere il loro potere politico e territoriale. Parallelamente anche le signorie confinanti, Scaligeri, Estensi e Visconti, guardano a Parma come possibile ampliamento dei loro territori. Assistiamo così ad un interminabile serie di alleanze, e scontri tra nobili parmensi, ora guelfi ora ghibellini appoggiati dall’una o altra signoria.
Nel 1245 le famiglie dei Da Correggio, e dei Rossi di parte Ghibellina furono costrette ad uscire da Parma dichiaratamente Guelfa.
Nel 1248 Federico II in lotta col Papato, avuto notizia che dopo la scomunica subita ad opera di Innocenzo IV, Parma era uscita dall’alleanza con l’Imperatore per passare al campo papale, decise di domare Parma. Giunto col suo esercito ad Ovest della città (probabilmente presso l’attuale Valera) costruì una nuova città (ne pose le basi) nella quale avrebbe trasferito la popolazione di Parma una volta conquistata, e rasa al suolo, tale città fu chiamata scaramanticamente Vittoria. Ciononostante dopo alcuni mesi dal suo arrivo, l’esercito dei parmigiani uscì dalla città approfittando dell’assenza dell’Imperatore (a caccia nel Taro) e diede battaglia, sconfiggendole armate imperiali, e conquistandone l’intero tesoro, corona compresa. Nella seconda metà del 200 si erano già sperimentati governi sul modello delle signorie, in particolare con Ghiberto da Gente, sino al 1256. In quel periodo ripresero ad emergere le tensioni tra guelfi e ghibellini. Nel 1286 viene ultimato il ponte sull’Enza lungo la via Emilia ( allora via Claudia). Passano i decenni e sia i Rossi che i Da Correggio tornano in Città, e questi ultimi per un certo tempo partecipano al governo del Comune. Nel 1313 i Sanvitale feudatari di Montechiarugolo, si ribellano contro la gestione dei da Correggio del Comune di Parma, alleandosi con i Rossi, l’Imperatore e i Visconti. La furia ghibellina di quest’alleanza si scaricò sul monastero di S. Felicola creando fortissime distruzioni. La reazione delle truppe parmigiane guidate dal Da Correggio si rivolse al castello di Montechiarugolo, lo conquistò, chiuse i fossati e distrusse la torre. Nel frattempo i Rossi si fanno guelfi e aumentano la loro influenza sulla città. Nel 1322, scoppiano le lotte tra i Rossi e i Sanvitale con distruzione dei castelli di quest’ultimi. Ritornano in città i Da Correggio. Ora sale il potere dei Rossi, e nel 1329 Rolando Rossi viene nominato Capitano perpetuo di tutte le milizie del Comune di Parma, ma il tentativo di trasformare il Comune in signoria porta a rivolte e perdono il loro ruolo. Continuano le alleanze e scontri ora con gl’uni ora con gl’altri dei Da Correggio, dei Rossi e dei Sanvitale sino al passaggio di Parma sotto il dominio dei Visconti di Milano nel 1346. Di questo periodo, è la dimora del Petrarca in Parma, e da vari documenti si presume che parte del tempo lo trascorse in quel di Monticelli. Il senatore Micheli ritiene che l’edificio ove il Petrarca dimorò, fosse un’abitazione costruita sopra le rovine del castello di Monticelli, attualmente villa Micheli – Mariotti. Oltre alle solite lotte tra signori, nel 1385 le popolazioni del contado estremamente discriminate dai cittadini in termini di tributi, organizzarono una rivolta alleandosi con la plebe comunale, 2.000 villani e un folto gruppo di plebei cittadini diedero l’assalto alla città e alla fine ottennero alcuni benefici fiscali.
Dominio dei Visconti nel 1350
Nel 1402 muore Gian Galeazzo Visconti, e immediatamente si riaccendono appetiti e dunque lotte tra i nobili parmensi.
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Data creazioneMartedì, 17 Marzo 2020
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Ultima modificaGiovedì, 25 Febbraio 2021