Elenco delle storie
IL RISCALDAMENTO DOMESTICO
IL RISCALDAMENTO DELLE ABITAZIONI – La trasformazione del sistema di riscaldamento delle abitazioni, vede il passaggio graduale dai camini alle stufe economiche, che ancora si limitavano all’area cucina pranzo, sino all’arrivo dei termosifoni, con riscaldamento più o meno diffuso su tutta la casa.
La stufa economica – Da tempo immemorabile il camino divorava grandi quantità di legna, in cambio di un magnifico spettacolo di guizzi di fiamme ma di una modesta resa in calore, che per la gran parte se ne andava per la cappa. Nel Novecento la tecnologia produsse un gioiello di stufa, la stufa economica: struttura fortemente tecnologica perché aveva un elevata resa termica, permettendo di riscaldare l’ambiente con una ridotta quantità di legna rispetto al camino; inoltre forniva una serie di servizi per la cucina. Il calore era prodotto dalla combustione della legna nel focolaio, che disponeva di un portello per l’immissione della legna, una griglia inferiore per l’entrata dell’aria comburente e un sistema di 4 o 5 metri di tubi in lamiera ( i “canon ed la stua”) che portavano i fumi verso il comignolo sul tetto, dopo aver riscaldato l’ambiente con il loro calore radiante. Sul primo tratto di tubazione era fissata a raggera una serie di steli in ferro che consentivano l’asciugatura di piccoli indumenti e infine, una manopola consentiva di regolare l’emissione dei fumi gestendo così l’intensità della combustione.
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Camino | Stufa in terracotta | Stufa economica |
Il pianale era in ghisa e composto da cerchi asportabili, che consentivano di riscaldare in modo leggero tegami o ferri da stiro, semplicemente appoggiati; per riscaldamenti più rapidi e intensi si toglievano un certo numero di cerchi, e pentole o padelle andavano a diretto contatto con la fiamma. Sempre sul ripiano una vasca il cui fondo era a contatto con i fumi permetteva di disporre di acqua calda per gli usi di cucina; sul fronte un grosso portello copriva un capiente vano ( “il forno”) , entro il quale si cuocevano gli arrosti o le torte. Non mancava una protezione frontale realizzata con un tubo tenuto rigorosamente lucido, che evitata involontari contatti con il pianale bollente.
La stufa in terracotta – Era una struttura abbastanza ottimizzata per il riscaldamento degl’ambienti, certamente inadatta agl’usi di cucina. Per chi si poteva permettere più stufe era utilizzata per altri locali, ad esempio per locali pubblici quali le scuole.
Il fuoco a letto – Sino agli anni Sessanta del Novecento, le case agricole salvo rare eccezioni, erano riscaldate a legna, con le camere da letto senza riscaldamento, sicché nelle mattine più fredde non era difficile vedere sui sottili vetri della finestra gli arabeschi prodotti dal ghiaccio. Spogliarsi così al freddo ( per un bambino), per andare a letto, era certamente fastidioso, eppure lo si faceva con un malcelato sorriso, perché si assaporava il gusto di infilarsi tra calde lenzuola. Era il magico effetto del ” fuoco a letto”, ovvero di una ” padletà ” contenete delle rosse brace, ricoperte di cenere per rallentarne il raffreddamento, infilata in una struttura il legno (“ il prete”) da immettere poi sotto le coperte.
Questo strano nome, il prete, era forse dovuto alla forma panciuta, che poteva ricordare la pancia tondeggiante di molti preti, che certamente si notavano tra le smilze figure dei magri contadini. Qualcuno, certamente malizioso, pensa invece che il nome derivi da qualche storia di scappatelle, con riscaldamento di letti altrui, ma chissà …
I termosifoni - Il passaggio dalla stufa a legna ai termosifoni in prima istanza gestiti da caldaie ad olio combustibile, o a carbone, soprattutto nei paesi ha creato una serie di conseguenze: ad esempio l’inquinamento invernale ha fatto la sua comparsa con polveri nerastre sui davanzali, sugli oggetti esposti all’esterno e, cosa ancor meno gradita, sulla qualità dell’aria. Il problema si è eliminato con l’utilizzo del metano o degli altri gas liquefatti. Può sembrare che il passaggio da stufa a termosifone sia una semplice trasformazione tecnologica, ma in realtà è una rivoluzione, dal momento che prima del termosifone gli ambienti riscaldati erano solo le aree adibite a cucina o sale da pranzo, le camere, i servizi igienici ( ove esistenti ) erano del tutto privi di riscaldamento, di acqua calda, e questo per molte abitazioni e perdurato sino ai primi anni Settanta.
Il gas liquido in bombole - L’esigenza dell’utilizzo del gas liquido, strettamente correlata alla dismissione delle stufe economiche per la presenza dei termosifoni, porta all’arrivo dei fornelli a gas. La comparsa della prima voce” gas liquido” nelle licenze è del 1955, (è quindi probabile che quella sia anche la reale data di diffusione dei fornelli a gas nel nostro comune). Poco dopo il ‘55 compare la pubblicità del “Liquigas”. Naturalmente nelle case di campagna, ove i termosifoni arriveranno molto tardi, si troveranno a convivere le stufe economiche per l’utilizzo invernale e i fornelli a gas per il periodo estivo.
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Data creazioneVenerdì, 05 Giugno 2020
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Ultima modificaVenerdì, 05 Giugno 2020