I BOSCHI - Prima degl’insediamenti romani il nostro territorio era fortemente boscoso, l’insediamento romano estese le terre coltivate, ma il medio evo con le varie incursioni barbariche contribuì alla riduzione della popolazione , e quindi all’aumento dell’incolto che si trasformava nel tempo in bosco. Indicative sono le note relative all’arresto di tre montecchiesi al tempo dei conti Torelli, che sorpresi a far legna nei boschi di via Resga vennero processati. Le mappe del catasto del 1820 ci mostrano ancora una notevole estensione dei boschi, in particolare sempre nell’area prossima all’Enza. Non a caso la strada che da Montechiarugolo va verso la via Emilia è stata definita (nel novecento) via Resga (e anche via dei ladri). Da un documento d’archivio, risulta che l’area boschiva del comune contava 85 ettari nel 1916, ridottisi a 28 nel 1917. Nel greto del torrente sono qua e là presenti macchie di pioppi, e di salici , sino a pochi anni fa usati per legare le viti. Le restanti presenze consistenti di alberi sono raggruppati nei boschi sulla sponda dell’Enza, nei vari parchi o giardini delle ville, e lungo le sponde dei rii e dei canali e dei fossi ove rimasti. In località Monte a Monticelli, dalla villa Borrini sino alla villa Melley, la pendice ovest dell’altura è ricoperta da un raro residuo boschivo ( ricordo dei boschi che ricoprivano la pianura). Pur interrotto in alcuni punti ed invaso da insediamenti civili, questo residuo presenta una notevole valenza paesaggistica e naturalistica (ad esempio, sono presenti specie protette come la primaverile Scilla bifolia).