Nel 1489 muore in battaglia il conte Marsilio Torelli, lasciando nel testamento la disposizione di realizzare un convento nei pressi di Montechiarugolo; nel 1515 il figlio Francesco Torelli iniziò la costruzione del monastero e dell'annessa chiesa. Dopo la sua morte nel 1518, la vedova damigella Trivulzio continuò la costruzione che risultò quasi ultimata nel 1519. Il 27 Agosto arrivarono i frati minori di S. Francesco che ritennero il convento non completato e, soprattutto scarsamente dotato di rendite, per cui lo lasciarono nel 1522. La damigella si impegnò a finire i lavori, che furono finalmente ultimati nel 1523. La chiesa fu intitolata a Santa Maria delle Grazie e il convento fu dotato di una rendita di 350 lire imperiali. Al convento passò anche la proprietà dell’oratorio del Romito. Nel 1530 Papa Clemente VII concesse eccezionali privilegi al convento: ad esempio vietò Applica l’ingresso e le celebrazioni liturgiche di messe o uffici al clero secolare, vescovo compreso, se non autorizzati dal Padre Guardiano del Convento. Con le disposizioni napoleoniche nel 1811 il Convento passò a proprietà demaniale e fu prima adibito a caserma dei Dragoni, poi a sede della fabbrica delle polveri. Nel 1870 fu venduto all’asta ai Giovanardi, poi passò ai Rossi e infine alla famiglia Bocchi. Irene Bocchi, nata nel 1917 nell’alloggio della famiglia ubicato nella struttura conventuale, riporta i ricordi della madre che per anni aveva pressato il marito ing. Ugo Bocchi a vendere il podere e la struttura conventuale a un ordine religioso, perché diceva “ non è corretto abitare in una struttura nata per essere destinata al Signore”. Così alfine l’ing. Bocchi vendette la proprietà alla Pia società di don Bosco e nel 1919 i Salesiani vi installarono un avviamento professionale ad indirizzo agrario, poi una scuola tecnica superiore sempre ad indirizzo agrario.
Fronte Nord
Chiostro con la neve