Elenco delle storie
CONVENTO DI SANTA FELICOLA
Il nostro territorio è storicamente ricco di presenze religiose, in particolare di conventi, tutti ormai trasformati in residenze civili o scomparsi. Uno di questi, particolarmente suggestivo, è la corte di S. Felicola.
SANTA FELICOLA ( Basilicagoiano) - In un documento del 924 si ricorda una donazione all’oratorio dedicato a S. Felicola, in località S.Romulano. Si ha notizia di un'altra donazione di vari beni alla stessa chiesa nel 1156. Nel 1018 vi sorse il monastero ad opera dei canonici regolari di S. Agostino, provenienti da santa Maria del Reno di Bologna . In un atto di affittanza del 31 ottobre 1148 vengono ricordati un certo Baldovino come affittuario ed il prete Parmo, canonico della chiesa di S. Felicola, come concedente. Da notizie riportate nel volume “ Le carte degli archivi parmensi di don Drei” sappiamo che nel XII secolo il monastero raggiunse la sua massima importanza col possesso di terre anche a Montechiarugolo e a S. Ilario, oltre alla concessione della chiesa e dell'ospedale di S. Sepolcro in Parma. Nel 1165 acquisì altro terreno nei pressi della chiesa di S. Ambrogio, ora scomparsa e, nel 1169, ebbe la concessione in affitto di un podere denominato Cerreto, compreso tra le due Zole, con sovrastante molendino ancora oggi rintracciabile . Nel 1313 l’Abbazia fu incendiata da Gioacchino Sanvitale che combatteva i Da Correggio di Parma. In seguito ad un'epidemia di peste nera, nel 1348 rimasero solo due frati a reggere il monastero che fu unito a quello di Santa Romana ( o S. Ermanno ) rimasto completamente sguarnito. Nel 1360 il consiglio dei Canonici di S. Sepolcro decise di abbandonare il Priorato, che era ormai da tempo inefficiente, per incorporarlo nella Mensa vescovile.
Detta decisione fu revocata dal Duca di Milano e dal Comune di Parma. Dopo varie controversie durate sino al 1456, l’arciprete della cattedrale e due rappresentanti dell’Abbazia raggiunsero un accordo: il priore dell’Abbazia avrebbe pagato 300 ducati d’oro entro la Pasqua del 1458 in tre rate . Nel 1460 con l’aiuto di Bianca Visconti, moglie di Francesco Sforza , i canonici della congregazione di Mortara vennero a Parma e posero la loro dimora in S. Sepolcro. I priorati di S. Felicola e S. Ermanno vennero aggregati alla cosiddetta “ Prebenda di S. Sepolcro”. E' del 1489 un contratto di mezzadria stipulato da fra Lambernardo, Priore di S. Sepolcro e S. Felicola, e tre famiglie di mezzadri della zona: i tre fratelli De Borri, i fratelli De Martini e il barone Stefano Cafagnini e figli. La stipula, avvenuta il 20 novembre 1489 nel refettorio di S. Felicola, a quei tempi prevedeva molte clausole pesanti e restrittive nei confronti dei mezzadri. L’intera proprietà rimase alla prebenda sino al 1789 quindi, con bolla di Papa Pio VI°, passò all’Ospedale di Parma e poi alla famiglia dei Conti Simonetta, con una permuta di beni. Non essendo più monastero non subì alcuna conseguenza in seguito all'ordinanza di soppressione degli ordini religiosi del 1810. S. Felicola, chiamata abitualmente “La Corte”, ai tempi dei Conti Simonetta si estendeva per 500 biolche.
il loggiato
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Data creazioneMercoledì, 18 Marzo 2020
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Ultima modificaVenerdì, 04 Agosto 2023