LA CONFERENZA DI YALTA, ED EFFETTI POLITICI IN ITALIA - Il 4 febbraio 1945 a Yalta, in Crimea, Roosevelt, Churchill e Stalin si riuniscono per definire l’assetto europeo del dopoguerra, ovvero la spartizione delle aree d’influenza tra angloamericani e russi. Naturalmente l’Italia è nell’orbita americana.

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La divisione dell’Europa nelle due aree d’influenza assegnava all’Italia il ruolo di adesione al blocco americano. In questa logica s’inserisce l’espulsione dei comunisti dal governo, ma anche il realismo di Togliatti, che in occasione dell’attentato subito il 4 luglio del ‘48 manda un chiaro messaggio ai comunisti italiani di astenersi da una probabile rivolta armata, poiché era ben conscio che comunque fossero andate le cose i russi non avrebbero mai sostenuto una rivolta italiana. L’America avvia il suo impegno economico per favorire l’orientamento politico degl’italiani verso politiche atlantiche: su questa logica, nei primi tre mesi del ‘48 il ” piano Marshall “riversa sull’Italia aiuti per 176 milioni di dollari. Le elezioni dell’aprile del 1948 rispondono positivamente all’impegno americano ( e del clero ) assegnando alla DC il 48,5 % dei suffragi, mentre comunisti e socialisti, uniti nel fronte popolare, ottengono il 31%. Non mancarono le scelte politiche anche nella gestione industriale, vedi il forte ridimensionamento delle Officine Reggiane, ove evidentemente (a parere del governo) erano presenti troppi comunisti.