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ATTREZZI PER LA COLTIVAZIONE E RACCOLTA GRANO
Come per la fienagione, il ciclo del grano, con la semina in autunno, la mietitura a giugno, il trasporto a casa dei covoni e la trebbiatura con la cerchia, rulli o animali e proceduta quasi immutabile per secoli sino alla fine dell’ottocento quando (con un ritardo ancora di un mezzo secolo rispetto agli Stati Uniti) compaiono nel nostro Comune ( Montechiarugolo) le trebbiatrici con motore a vapore, seguite poi nel novecento dalle più moderne trebbiatrici, il frumento continua ad essere messo in sacchi movimentati con carretti a mano, poi arrivano mietitrebbie negl’anni 60 – 70 e l’attività manuale scompare. Ricordo ancora una gita in Iugoslavia nel 1972 dove nel Nord su una collina operavano quattro mietitrebbie appaiate, il giorno dopo nel Cossovo in un cortile stavano trebbiando con asini sull’aia.
Nel dialetto locate le macchine per la trebbiatura erano definite “macchini da bator” il termine può sembrare strano perché la macchina non batte sul frumento, ma certamente deriva invece dal fatto che ancora nell’ottocento la trebbiatura avveniva con la cerchia, ovvero una specie di mazza snodata con la quale si batteva il frumento sull’aia, pertanto la trebbiatura era a suo tempo definita battitura a da qui le "macchine da bator".
LA MINELLA – Per contenere il grano da seminare, il contadino utilizzava una vasca dotata di manico e realizzata in legno sottile definita minella, da questa prelevava una manciata di grano, quindi camminando in linea retta con fare sapiente lo spargeva sul terreno. Naturalmente il grano si spargeva lungo una striscia per due o tre metri. Quindi il seminatore riprendeva il percorso seminando una seconda striscia parallela alla prima. Naturalmente il grano cadeva sul terreno ma non era ricoperto, e per gli uccelli sarebbe stato un gioco facile facile mangiarselo. Ma finita la semina si tornava sul terreno con una coppia di mucche e una terna di piccoli erpici rimescolava la terra e il grano restava coperto pronto ad attendere l’acqua di un temporale per germogliare.
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Contadino che semina con la minella | Erpice da una stampa del settecento |
LE MISSORE – Seminato il grano si doveva attenderne la crescita e maturazione che non richiedevano attività lavorative, sino alla raccolta, ovvero la mietitura. Questa veniva effettuata con le “missore”( la classica falce dello stemma del comunismo ), manico in legno e arco con lama in acciaio. L’attività era normalmente svolta dalle donne che con una mano tenevano la falce e la spingevano a tagliare il grano, con l’altra raccoglievano il falciato per farne grossi mazzi cioè i covoni. Dopo alcuni giorni i covoni venivano portati nel cortile caricandoli sui carri con sponde.
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Mietitura con le missore | Caricamento covoni |
LA CERCHIA – Una forma di trebbiatura ancora in uso nell’ottocento ere realizzato con la cerchia, costituita da una coppia di bastoni collegati da nastri di pelle, il bastone più piccolo veniva brandito con le due mani, e ritmicamente alzava il braccio corto (con legno più grosso) e lo mandava a battere sul terreno dell’aia che era ricoperto di grano. Certamente mentre il battitore realizzava il suo rimico sistema di battuta un secondo operatore doveva muovere il grano ponendo nuovo grano da battere. Recentemente abbiamo trovato in un casolare della collina reggiana un attrezzo in ferro di produzione certamente recente forse anni sessanta a buon senso potrebbe trattarsi di una cerchia forse utilizzata per una piccola produzione di grano ove non era economicamente concepibile far arrivare una trebbiatrice. Naturalmente oltre alla cerchia si utilizzavano altri metodi di trebbiature, ad esempio il trol ovvero una specie di rullo dentato che veniva trainato sopra al frumento, e più recentemente dalla trebbiatrice.
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Il trol | La trebbiatrice |
I SACCHI PER IL FRUMENTO – Il frumento una volta trebbiato veniva messo in appositi sacchi di iuta, e trasportato nei granai generalmente una stanza posta sopra alla porta morta. Il contenuto di un sacco raggiungeva il peso di 90 Kg e il loro trasporto era realizzato da un operaio che con l’aiuto di un'altra persona si caricava il sacco sulla spalla, e via su per le scale. Si pensi che oggi le disposizioni di sicurezza sul lavoro limitano il peso trasportabile da un operaio al massimo di 25 Kg.
CARRETTI DA SACCHI – In epoche non molto lontane per realizzare il trasporto ( sul piano ) dei sacchi si utilizzavano carretti da sacchi. Strutture generalmente in legno, dotate di due piccole ruote e una piattaforma in ferro sulla quale si adagiava il sacco. Questi carretti erano generalmente usati nei mulini piuttosto che nelle aziende agricole.
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Data creazioneMercoledì, 05 Maggio 2021
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Ultima modificaSabato, 25 Febbraio 2023